Bocca chieda scusa! La Feltrinelli ritiri la pubblicazione

Oggi pomeriggio si è svolta la manifestazione di protesta, organizzata dai giovani del Partito Tradizional Popolare e da quelli di Potenziale Sud, contro le parole di Bocca sui meridionali, difronte la libreria Feltrinelli di Palermo con la partecipazione di tante persone orgogliose della loro meridionalità ed indignate dalle idee razziste propagandate dal giornalista. I giovani hanno chiesto il ritiro da parte della casa editrice Feltrinelli della pubblicazione incriminata. Al sit in erano presenti oltre ai nostri giovani con a capo Luigi Sanfilippo e Danilo Campanaro i dirigenti del PTP, Tommaso Romano, Damiano Li Vecchi, Nino Sala, Benito Bonsignore, Nino Migliore e Marcello Scurria. Al sit in è intervenuto anche l’On. Ass. Tony Rizzotto segretario provinciale di NOI SUD.


 

DSCF1617.JPG

DSCF1622.JPG

DSCF1623.JPGDSCF1624.JPG

 

  

 

   

 

 

 

Bocca chieda scusa! La Feltrinelli ritiri la pubblicazioneultima modifica: 2011-10-03T23:16:00+02:00da torreecorona
Reposta per primo quest’articolo

2 pensieri su “Bocca chieda scusa! La Feltrinelli ritiri la pubblicazione

  1. Ottima forma di protesta ragazzi, è stata davvero una manifestazione messa in atto per giustissimi motivi. Continuate così, ieri ero li con voi 😉

  2. La società, ci insegnano molti filosofi, è una congregazione di uomini e cose che è retta dalla multiforme fisionomia dello Stato. Stato e non Nazione. La Nazione è una rappresentazione dello Stato, è una sua esternalità. In molti casi contemporanei, la struttura dello Stato si manifesta come ipostasi, la forma fenomenica minima della parola orale o scritta che si palesa in realtà istituzionalmente concreta. Dunque, lo Stato parla e, ovviamente e soprattutto, scrive. Per chi si ricorda, Emmanuel Kant ci disse che il contrario della realtà è il noumeno, una esperienza del pensiero, uno stato dell’anima certamente ripetibile ma raffigurante una realtà indisponibile, perché immateriale. Il noumeno è importante? Intanto, dico subuto che Jorge Luis Borges, G. Bonaviri, Carl Gustav Jung e non ultimo il grande F. Nietzsesche, aggiusero che oltre al noumeno e al fenomeno (l’evento che si palesa o reale o come realtà) esiste anche il numinoso. (Rispettivamente: le case di un quartiere di Buenos Aires; la pietra della poesia e/o il sicomoro; l’estasi psicologica del corpo astrale; il bosco di Silvaplana.) Una condizione della persona, quest’ultima del numinoso, che non è possibile estendere alla società. Perché, diversamente dal noumeno, non è configurabile neanche mentalmente. Tanto non è possibile la ricostruzione del numinoso, che di esso si può far solo la parodia. (Per esempio, G. Bonaviri diede la voce al vento e alla meraviglia.) Il numinoso trascende la sensibilità sensoriale e malgrado gli sforzi descrittivi di penne eccellenti, il numinoso non può andare oltre la metafora, l’allegoria o la parodia. Ciò vale per tutti, fuorché quei pochissimi che hanno vissuto l’esperienza personalissima e occasionale (proprio nel senso letterale che “non si può prevedere”) della sintesi estetica: il tutto è in ogni parte e ogni parte è il tutto. La dimensione dell’esperienza numinosa è, dunque, cosmica. Ciononostante, la società ha trovato un chiaro e secolare compromesso con il numinoso, nella religione, e, per quel che ci riguarda, in Gesù. Cioè, attraverso il tramite della Chiesa, noi cattolici applichiamo per derivazione fideistica il numinoso di Gesù all’azione quotidiana che quindi odora di santità riflessa, di trasmutazione specchiata, in una parola, di divino appreso. Tutto ciò è fenomeno, fa parte degli eventi e il noumeno di Kant è nel giudizio di valore che ciascuno di noi dà alla propria azione. Mettiamoci anche la soddisfazione di saper fare il bene. Ma a rigor di logica, dobbiamo ammettere anche il piacere che prova il maligno, quale è possibile a uno spergiuro come è Giorgio Bocca che si entusiasma alle dichiarazioni antisudiste. Ecco. Siamo di fronte al fenomeno, all’evento. Ammesso nelle sue imprevedibili forme di accidente, le dichiarazioni razziste di Giorgio Bocca esternano il noumeno di ex nazista e torico della razza che firmava articoli autografi sulla necessità di scelte eugenetiche. Infatti, il fenomeno che si palesa in “La Neve e il Fuoco”, è quello di fare le dichiarazioni leggibili (e non interpretabli) di uno scrittore, intellettuale e giornalista che scrive eventi e non neonumeni. Neanche si tratta di un epifenomeno, dato che la sua invettiva non è una provocazione, ma una vera e propria offesa contro i meridionali che chiedono la fine di questo genere di vandalismo pseudo-italiano. Come dicevo, in molti casi contemporanei lo Stato è ipostatizzato, di guisa che si autoriduce al sistema minimo di struttura efficace (e non efficiente. Per essere efficiente l’ organizzazione di uomini e cose dev’essere coerente e funzionale come la conosciamo dalla dottrina.) Non basterebbero duecento pagine per scrivere di cosa si compone lo Stato. Ma una soprattutto fa la regia dell’istituzione: la giustizia. La giustizia viene prima dell’economia. Infatti, la giustizia presuppone non il diritto divino di giudicare, ma assicura la redistribuzione delle risorse secondo parametri e dimensioni di uguaglianza che farebbero tutto il popolo, un popolo soddisfatto di PROPRIETARI e non di proletari. Ecco! La giustizia è una virtù che lo Stato dichiara di sapere amministrare, senza purtroppo, che i fenomeni e gli eventi corrispondenti alla gestione statutaria (la Costituzione è lo statuto dell’Italia composta da uomini, cose, intelletto e azioni) abbiano gli effetti che l’oculatezza di molte menti ha previsto produca libertà, lavoro e ricchezza pro capite. Senza giustizia, provate a riifletterci sopra, il peso si sposta verso la materialità del denaro, verso i numeri fini a sé stessi inerenti a quell’Avere nordista rispetto all’Essere italiani (e non esclusivamente sudisti) che impone la soggezzione politica ed esistenziale susseguente alla reggimentazione dell’opinione pubblica che fomenta divisione, razzismo, odio e pettegolezzo. Tutti termini (e sono pochi) che devono la loro esistenza e resistenza all’assenza di giustizia. Che è un valore immateriale, è una concezione della sacralità ancora prima che essa sia una norma. Ecco. Tanto basta e avanza perché un novantenne con tutto il carisma che la magna carta riconosce agli anziani come Giorgio Bocca, debba chiedere scusa a noi meridionali che mai fummo, mai siamo stati e mai saremo: coloro che fanno puzza mentre escono dalle catapecchie. Mai fummo, mai siamo stati e mai saremo, stolido d’un Bocca più ipocrita che senile: il sud che fa talmente schifo da essere abitato da belve. Mai funmmo, mai siamo stai e mai saremo ospiti: ospiti ipocriti dei libri ipocriti di Bocca che elargisce contentini ai suoi lettori meridionali. Come già Lombroso che nulla sapeva di cultura e di cibo dell’anima, l’eugenitismo di Bocca che nulla sa di sud e di meridionali, mi fa schifo. Pertanto chiediamo all’Editore Feltrinelli, oltre alle scuse ufficiali, di bloccare la vendita di La Neve e il Fuoco e io (che sono fra costoro che tengono lo striscione colui che indossa il cappello ha i baffi e il moscone) ti esorto a boicottare tutte le pubblicazioni di Giorgio Bocca!

I commenti sono chiusi.