Le stragi dell’unità

«Povera Isola, trattata come terra di conquista! Poveri isolani, trattati come barbari da incivilire»! La citazione di Luigi Pirandello, inserita tra le frasi illuminanti sull’Unità d’Italia nell’appendice del libro Dal Regno delle Due Sicilie al declino del Sud di Tommaso Romano rappresenta la sintesi del libro stesso. Nel clima celebrativo dell’unificazione questo pamphlet è un perentorio invito ad una radicale revisione del Risorgimento italiano. L’autore sottolinea l’incapacità delle classi dirigenti piemontesi ad affrontare le diversità delle terre unificate e si sofferma sulla resistenza antiunitaria alimentata dai provvedimenti impopolari del nuovo Stato, come l’opprimente carico fiscale aumentato dell’87 per cento e la coscrizione obbligatoria.

                Resistenza culminata in una serie di insurrezioni popolari che scatenarono la dura repressione sabauda: nel gennaio del 1862 a Castellammare del Golfo fu fucilata perfino la piccola Angela Romano di nove anni. «Dieci anni dopo l’unificazione – scrive Romano – nell’ex Regno delle Due Sicilie si contavano un milione di morti tra civili, briganti e militari, cinquantaquattro paesi rasi al suolo, mezzo milione di prigionieri politici». Fu questo il bilancio tragico, dittatura feroce che mise a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti.
                                                                                                                                                                         Ernesto Di Lorenzo su La Repubblica del 17 aprile 2011
Le stragi dell’unitàultima modifica: 2011-04-17T18:42:15+02:00da torreecorona
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