Lagalla sindaco di Palermo

Lagalla.jpgIn virtù della complicata situazione politica, economica e sociale della città di Palermo, dicono Tommaso Romano e Nino Sala del Partito Tradizional Popolare,nonostante continuiamo a ritenere il proseguo del commissariamento l’unica soluzione razionale per Palermo, proponiamo alla coalizione che fa riferimento all’areamoderata di centro e di destra di orientarsi responsabilmente verso un candidato sindaco esterno ai partiti, autorevole e competente, capace di raccogliere su un programma credibile il consenso e le energie necessarie per traghettare Palermo verso lidi più sicuri.  Per noi un nome, continuano Romano e Sala, che certamenterisponde a queste caratteristiche è il magnifico rettore Roberto Lagalla, un uomo che già ha dimostrato, nella sua attività di amministratore, di saper prendere le decisioni necesarie nell’interesse della comunità.”

Lagalla sindaco di Palermoultima modifica: 2012-03-11T19:06:00+01:00da torreecorona
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su “Lagalla sindaco di Palermo

  1. Caro rettore Roberto Lagalla, c’è un equivoco. Io, me medesimo non sono mafioso, nè è facile convincere la zizzania della mia indipendenza. I miei mentori, e alcuni sono amici comuni, non hanno dubbi sulla mia estraneità ad ogni forma di presunzione. Sono un intellettuale e scrittore che partecipa alla fede del Partito Tradizional Popolare. Dunque, la vita è un gioco e la morte è un baro. Mi creda. Nella mia vita, è questo l’equivoco dei fanatici e innocenti arrivisti. L’ignoranza fomenta crudeltà come quest’ultima foraggia la violenza. Essere quindi, indicato come un malacarne, mi violenta. Nulla è più terribile dell’ignoranza attiva e nella mia vita c’è sempre stato quest’equivoco: la gente non intende rinunciare al sadico piacere di torturare moramente qualcuno e non si accontenta di una spiegazione. Sono guai che non mi spettano e il mobing mi ha trascinato in sentine capestro veramente assurde. Ho scrtto I racconti dell’AndromAndro ovvero il giro del giorno in ottanta mondi, appunto. Un periodo molto, molto particolare che mette in guardia sulla insulsaggine dell’istituzione che fa virtuose le nullità. Grazie Marcello Scurria

I commenti sono chiusi.