Dichiarazione di Nello Musumeci sull’adesione del Partito Tradizional Popolare

Nello-Musumeci.jpgIl partito Tradizional Popolare ha ufficializzato la propria adesione alla candidatura di Nello Musumeci a presidente della Regione Siciliana. Nei prossimi giorni verranno definite le forme di partecipazione alla coalizione che sostiene la candidatura.
“Ringrazio i dirigenti del Partito Tradizional Popolare, per aver voluto condividere con noi questo progetto politico, – ha dichiarato Nello Musumeci – ispirato all’autonomismo unitario e che si prefigge la tutela delle identità territoriali, come valore condiviso contro il tentativo di omologazione del globalizazzione culturale ed economica.  Voglio ringraziare, in particolare, Nino Sala, Tommaso Romano e Nino Migliore, per la convinta e propositiva adesione.”

 

Dichiarazione di Nello Musumeci sull’adesione del Partito Tradizional Popolareultima modifica: 2012-09-09T17:34:00+02:00da torreecorona
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su “Dichiarazione di Nello Musumeci sull’adesione del Partito Tradizional Popolare

  1. Le prossime elezioni autunnali sono importantissime. Alla fine di luglio Raffaele Lombardo, come dichiarò più volte, doveva andarsene, cioè dava forfait (Uff! Finalmente!) al suo mandato di governatore della regione siciliana. Ma il presidente, sedicente dimissionario Raffaele Lombardo, invece di restituire speranze al popolo siciliano, ha cominciato a spargere benemeriti e benefici incaricando altri e nuovi nomi nello scannatoio regionale dell’Isola allo Sbaraglio, irreparabile anche ai miracoli, nominando nuovi e ancora più spregiudicati assessori che oltre a fare ridere, certamente hanno nel frattempo promesso fedeltà al capo, come Giuda fece con Gesù. Questa volta trattasi del penultimo e dell’ultimo giorno di Luglio 2012. La storia si ripete? Sì. Si ripete perché nessuno è come noi del Partito Tradizional Popolare, sinceri sostenitori della vocazione politica e non del bioritmo del portafoglio. Il malessere generale in un simile garbuglio dove il denaro è l’unico vero, grande, invincibile dittarore, se provate a pensarci un attimo è anonimo. Anonimo, perché dove tutti sono colpevoli, nessuno lo è veramente. Invece, noi sappiamo almeno perché costoro sono malfattori. Non mi perdo in epiteti. Sarebbe cavalcare la tigre d’una ordinaria procella! Routine incompetente e inconcludente usata per confondere e fare buchi nell’acqua. Invece, la risposta è nella vocazione della politica che non è una corsa verso il podio, ma un sentimento di solidarietà che unisce nell’unico e più importante scopo sociale e regionale. Già. Noi sappiamo perché costoro sono malfattori. Lo sono non per incapacità – sebbene siano sprovveduti nel nome dell’interesse regionale talmente tanto da distogliere qualsiasi titolo professionale nel decadimento dell’ignoranza – bensì perché sono i latori della filosofia dell’incapacità. Dunque, dove e quando tutti sono incapaci, nessuno è incapace. E questa teoria salva i peggiori che l’hanno inventata. Salva chi contribuisce a evolverne la strategia, proprio come Raffaele Lombardo ha contribuito a migliorarne le strategie, anche con la polverizzazione di infrastrutture: la fiera campinaria, docet.
    Ecco. Loro, costoro, sono tutti così, tutti uguali e contemporaneamente innocenti. E sfido chiunque a confutare che simili politici – cioè, dell’ aut aut – agognano il portafoglio strumentale al cavicchio in Sala d’Ercole come l’ancora trattiene una nave nel porto.
    Il malessere generale ha dato al popolo lo sfogo domenicale della speranza; cioè, un sentimento positivo e aggregante finché non si ottiene l’effetto contrario dello speranzoso che muore o può morire disperato. La speranza è la nuova legge elettorale che dovrebbe rinnovarsi nella computazione di un ritorno al sistema proporzionale. Ciò, significa che un voto al Partito Tradizional Popolare, vale cento voti per il partito tradizionale prescelto, incarnato da Nello Musumeci. Infatti, noi non scambiamo il voto se non con la nostra fedeltà di uomini vocati (e invocati) a fare seriamente politica, indipendentemente da ogni ritorno personale di potere, di garbuglio o di carattere economico. Lo diciamo e lo abbiamo sempre ribadto con la convinzione che non siamo esautorati prima di cominciare, come invece, ci capita di assistere in questi giorni di nomine e incarichi a personaggi che nacquero schiavi rimanendo inopinatamente servi della nullità per eccellenza: il governatore rovinatore.
    Leggendo l’ultimo articolo in proposito, ci fu un coro di “Che schifo!”
    Invero, ridevamo per non piangere, ma se avessimo analizzato le proprietà chimiche delle nostre lacrime, sarebbero risultate uguali.
    Noi siamo onesti e siamo cattolici; per cui sebbene molti siciliani lo vorrebbero morto, Raffaele Lombardo non sarà giustiziato. Tuttavia, abbiamo pensato di metterlo al muro, invitando pubblicamente gli sputatori a innaffiarlo di sacrosanta saliva marca contrappasso, fino a vederlo annegare in questo “mare giunto al tramonto (che) salì sulla luna (ed) è ancora dietro una tendina di stelle”.
    Grazie per l’attenzione
    Marcello Scurria

I commenti sono chiusi.