Nota del segretario Nino Sala sulla strage di Lampedusa

Il Segretario federale Nino Sala ha diramato sul suo blog la seguente nota che come dibattito all’approfondimento dei temi pubblichiamo. 

L’ennesima strage di immigrati clandestini a Lampedusa è figlia di tre modi di pensare e agire sbagliati: la modernità, la demagogia e il buonismo.

La modernità che è l’essenza ontologica del male che attraversa la nostra esistenza terrena negli ultimi tempi, che pone la cultura del profitto a tutti i costi, unitamente ad una dose massiccia di edonismo sfrenato, l’esaltazione della desacralizzazione di ogni aspetto della vita e la lotta contro ogni forma di tradizione e spiritualità superiore come fondamento di ogni azione sia pubblica che privata, consegnando a noi occidentali e a coloro che ci guardano al di la delle acque in Africa, un modello di società fondata sul consumismo senza limite e su un’idea artefatta di felicità esclusivamente materiale.

La demagogia di chi continua a invitare con gesti e parole una massa enorme di persone affamata dalle multinazionali che nei loro paesi di origine li defraudano di tutto, dalla terra coltivabile acquistata a poco e sfruttata al massimo, strumentalizzata dalle industrie di armi che alimentano e fomentano guerre inutili e sanguinarie e schiavizzata dalle mafie finanziarie che sulla pelle di tutti i popoli del mondo costruiscono fortune immense. In Italia poi abbiamo oltrepassato ogni decoroso limite alla oclocrazia (la sistematica manipolazione delle masse), sia con la continua propaganda sullo IUS SOLI di chi continua a teorizzare sui grandi media che sia possibile e vicino il riconoscimento per coloro che nascono sul nostro territorio della cittadinanza italiana e quindi europea, cosa per altro accade nel mondo solo in 30 stati su 194 e quasi tutti sul continente americano. Gli stessi soggetti se ne infischiano delle condizioni di irricevibilità di tale proposta sia dal punto di vista dell’identità e della cultura del paese ricevente, che ne verrebbe ulteriormente sconvolto, sia dei risvolti economici e politici i cui effetti catastrofici è difficile prevedere. A tutto questo si è aggiunto il vescovo di Roma, Francesco, che con la sua visita a Lampedusa ha lanciato il messaggio agli africani che l’Italia e l’Europa possano accoglierli e che clandestinamente e quindi illegalmente possono tranquillamente arrivare sulle nostre coste. Persino il celebre economista americano Edward Luttwak, ha contestato allo stesso Francesco che questo strizzare l’occhio ai disperati che si affollano sulle coste magrebine pronti a salpare per l’Italia è sbagliato e pericoloso. Invece bisognerebbe pensare a come evitare che dalla Libia e dalla Tunisia partano questi vascelli fantasma carichi di esseri umani anche con operazioni concordate e mirate. E poi perchè il vescovo di Roma grida “vergogna”? e verso di chi? l’Italia come la Sicilia e Lampedusa è sempre stata pronta a soccorrere, a differenza di altri stati, ad aiutare e a concedere anche cristiana sepoltura a tutti gli irregolari recuperati in mare. Perchè non fa lo stesso la sua chiesa, aperta a quella cultura della modernità che tanto gli piace e trasforma i giardini vaticani, i conventi e i palazzi vescovili in una grandi tendopoli? perchè deve gravare solo sulla nostra nazione questo problema di immigrazione clandestina e illegale e non anche sulle sue casse? Predicare è facile agire molto meno.

Infine il buonismo: stomachevole pratica politica per cui si cerca a tutti i costi di sembrare buoni, anche contro ogni principio di buon senso, e pur di conquistarsi un articolo sui giornali o 10 secondi nei TG nazionali si fanno dichiarazioni pietistiche che continuano ad alimentare le speranze dei disperati che sperano di conquistarsi l’ultimo scampolo di felicità in formato hi tech.

In conclusione, credo che gli stati europei e l’intero occidente debbano ripensare totalmente le politiche dell’immigrazione, impedire lo sradicamento dei popoli tutelandone tradizione e cultura, modificando il proprio modello di sviluppo rendendolo compatibile e dimensionato sulle risorse territoriali reali, solo così, mettendo sopratutto al bando modernità, demagogia e buonismo ma anche uno sterile pauperismo dilagante figlio anche di una visione neo marxista e della teologia della liberazione, che sembrava seppellita e che invece come ogni fenomeno modernista non adeguatamente estirpato riaffiora con maggiore forza anche in condizione di eterogenesi dei fini, in questi ultimi tempi invocato come prospettiva esistenziale, potremo gestire emergenze e problematiche difficili e credere in un futuro prospero, in cui tutti diventino proprietari e non proletari, benestanti e non poveri, italiani ed africani che siano.

 Nino Sala

Nota del segretario Nino Sala sulla strage di Lampedusaultima modifica: 2013-10-05T21:41:00+02:00da torreecorona
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