Inaccettabili le parole di Lo Bello. La sovranità popolare è sacra, sopratutto quella speciale della Sicilia

L’attacco concentrico, ragionato nei tempi e nei modi, auspice il più grande quotidiano, il Corriere della Sera, all’Autonomia e allo Statuto Speciale della Sicilia è paradigmatico dello stao di anestesia e di conformismo, della protervia dei poteri forti (in primis la Confindustria siciliana di Ivan Lo Bello oggi vice presidente nazionale) nei confronti di un bene che pure le classi dirigenti non hanno saputo appieno applicare e coglier nello spirito e nella pratica attuazione, a 65 anni dalla promulgazione del Re Umberto II. Noi non difendiamo feticci del passato, ma valori autentici che sono tradizione e costume, identità e storia. La Democrazia Cristiana e i suoi alleati storici, comunisti compresi, hanno volutamente tradito per 50 anni lo Statuto e il cosidetto centrodestra non è stato da meno. Ma l’Autonomia della Sicilia non è cancellabile per colpa di chi ha dilapidato e tradito. Tornare allo Statuto quindi, non è nostalgia ma esigenza delle parte più avvertita di un popolo che non vuol essere colonia o, peggio, rotella di un ingranaggio economicista, laicista e mondialista. Occorre pertanto unificare in una lega d’emergenza le forze autenticamente sicilianiste, autonomiste, meridionaliste e tradizionaliste per rialnciare la sfida e applicare finalmente tutto e interamente lo Statuto Siciliano. Bisogna superare steccati autoreferenziali e ritrovare le ragioni di un fronte unico per la sovranità espropriata, per l’attacco non solo allo Statuto ma alla stessa civiltà e al popolo siciliano. Con umiltà e fermezza il Partito Tradizional Popolare è disponobile all’impresa con la sua classe dirigente, con le idee e tosto col suo elettorato libero e d’avanguardia per non morire di d’Europa alemanna, per non cadere nella trappola di chi vuole, ancora dopo 150 anni di malaunità, di egemonia e di sopraffazioni senza leggittimità, affamatrici in nome di un “efficientismo” presunto, che non può darci lezioni di sorta. Moralizzare la burocrazia e certamente obbiettivo da sostenere insieme a legalità e giustizia, contro la piovra mafiosa, per una razionalizzazione dei centri decisionali, tagliando le spese clientelari ed improduttive, facendo del mare e dei suoi beni ambientali eculturali il veicolo  di un rilancio autentico, valorizzando le vocazioni dell’eccellenza creativa e artistica e le forze della manualità. Avanti, allora per respingere i vincoli produttivi impostoci, specie in agricoltura, avanti per la sovranità monetaria, per l’autodeterminazione con lo spirito indomito di chi non si rassegna ad un modello di pseudo sviluppo che ancora si vuole imporre, avanti soprattutto a dispetto di tutti gli Ivan Lo Bello che dopo essere stati in innumerevoli posti di potere come il Banco di Sicilia, oggi con la scusa del declino finanziario della regione pensano ad una Sicilia “normalizzata” e destrutturata sul modello giacobino in cui storia, tradizione ed identità sono schiacciate per far posto alle logiche delle lobies della finanza senza volto e senza scrupoli, che noi osteggiamo con ogni energia in nome della sovranità popolare articolata attraverso lo Statuto Speciale sulla nostra terra, conquistata dai siciliani con il sangue.

Tommaso Romano

Nino Sala

 

Inaccettabili le parole di Lo Bello. La sovranità popolare è sacra, sopratutto quella speciale della Siciliaultima modifica: 2012-07-16T23:01:00+02:00da torreecorona
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